Fiumi d'acqua viva...

Gesù: una presenza che libera
4° Domenica del Tempo Ordinario anno B
(Dt.18,15-20; Sal. 94;1Cor.7,32-35; Mc. 1,21-28)
“Dio è medico ed è anche medicina!”, ripeteva giustamente il santo cappuccino Leopoldo Mandic (1866-1942) ai suoi penitenti nel confessionale di Santa Croce a Padova. Parole in piena sintonia con il brano evangelico di oggi. Fin dall’inizio del suo Vangelo, Marco presenta Gesù come un personaggio straordinario nelle parole e nei gesti: un maestro che provoca stupore, perché insegna con autorità morale (Mc.1,22)), cioè con autorevolezza; una persona che risana dentro e fuori con un semplice gesto e un ordine “taci, esci’ spirito immondo, da quest’uomo!” (Mc.1,25-26)).Timore, sorpresa, fama, ammirazione, ma anche tante speranze, sono i sentimenti che quel nuovo Rabbi, ancora poco conosciuto,misterioso, ma già convincente e poderoso, suscita nel cuore di tutti “subito dovunque la sua fama si diffuse per quella regione (Mc.1,28). Gesù si rivela quel profeta che Dio aveva promesso al suo popolo per mezzo di Mosè.(Dt.18,19) In poche linee, Marco mette le basi perché il catecumeno –e ogni cristiano- possa fare un progressivo cammino alla scoperta di Cristo, in un itinerario di ascolto e di ricerca, camminando dall’oscurità verso la luce, dalla schiavitù verso la libertà, dalla sofferenza del corpo e dello spirito, alla pace interiore e alla serenità della vita, diventando poi annunciatore di Colui che ha compiuto meraviglie nella propria persona.L’episodio dell’uomo posseduto da uno spirito impuro, che grida e si contorce, induce ad alcune riflessioni sull’esistenza degli spiriti del male che, in forme molteplici e drammatiche, tormentano le persone nel corpo, nella psiche nello spirito. È risaputo che alcune manifestazioni attribuite al diavolo, erano, e sono ancor oggi, malattie vere e proprie, anche se poco note. Non si tratta di negare la presenza del maligno nel mondo e nella storia: sarebbe un’ingenuità, ma di affermare che la presenza di Gesù, nella sua Parola e nei Sacramenti, sono la vera soluzione ad ogni forma di male. I Vangeli ci presentano numerosi miracoli di Cristo su persone che erano vittime di mali strani di natura psicofisica. L’azione sanativa di Gesù abbraccia la persona in modo integrale: Egli cura, insieme, il corpo, la psiche e l’anima. Per far fronte al male, al destino e alle forze negative in generale, tutti i popoli hanno fatto ricorso a mezzi come lo spiritismo, la divinazione, l’occultismo, affidandosi a maghi, stregoni, astrologi, fattucchieri, veggenti, indovini, oroscopi, ecc... Dio aveva già proibito queste pratiche al suo popolo (Dt 18,10-11). Perché si tratta, troppo spesso, di un oscuro mondo di imbrogli, che sfrutta –a cambio di lauti compensi economici- le paure, l’ingenuità, la credulità della gente, l’ignoranza su Dio, generando false consolazioni, seguite puntualmente da frustrazioni e disperazione. Purtroppo queste forme di paganesimo continuano a serpeggiare anche tra cristiani, quando questi non sono del tutto convertiti interiormente: quando non hanno imparato, da un lato, ad accettare alcuni limiti connaturali alla vita umana e, dall’altro, ad affidarsi alla guida amorosa e provvidente del Padre della Vita. Il cammino di conversione è necessario per tutti e dura tutta la vita ed è finalizzato, soprattutto, ad armonizzare e a unificare professione di fede e vita di tutti i giorni. Infatti, quell’uomo posseduto dallo spirito, dal diavolo (lett. il divisore) è diviso, schizofrenico, non solo dal punto di vista psicologico, ma anche spirituale. Egli conosce e confessa in modo ortodosso l’identità di Gesù “Tu sei il Santo di Dio”, ma non vuole avere alcuna comunione con lui: “Che c’entri con noi? Sei venuto a rovinarci!”(Mc.1,24) Quanti cristiani, pensano che osservare la legge di Dio, vivere il Vangelo sia una rovina, una schiavitù per la persona, un privarla della libertà e della realizzazione di sé…Aveva ragione Tertulliano a dire: “Cristiani non si nasce, ma si diventa”: esponendosi con coraggio e senza veli alla verità del Vangelo. Chi aderisce sinceramente a Cristo e alla sua luce cambia il proprio modo di essere e di pensare, fa esperienza di autentica libertà interiore perché la sua Parola è ricca di autorevolezza; Gesù non fonda il suo insegnamento sulla “tradizione degli uomini”(Mc. 7,38), non ammaestra con parole frutto di una sapienza erudita e libresca, ma si esprime attraverso azioni e gesti autorevoli, muniti della vera autorità, quella che consiste nel “far crescere” l’altro – secondo il significato originario di auctoritas, (dal verbo augere); autorità finalizzata cioè ad aumentare il gusto della vita nell’altra persona. Non è il potere per accrescere se stessi, ma è a vantaggio del bene della gente. Autorità nel senso di "aumentare", di espandere, di promuovere, di aprire inizi nuovi, di suscitare energie nuove, possibilità nuove. Pensate come noi spesso abbiamo appiattito l' immagine dell'autorità nell'immagine del contenere, del frenare, del mettere i paletti, del dire il codice, le cose di sempre. Parole stanche, ripetitive, senza sussulti, senza vera eco. La parola di Gesù è una parola vera, autentica perchè rende presente a chi l’ascolta una presenza che salva: la stessa presenza del Dio “amante della vita”(Sap.11,27)
Don Roberto Zambolin
